Inarrestabile by Maria Sharapova

Inarrestabile by Maria Sharapova

autore:Maria Sharapova [Sharapova, Maria]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788858428580
editore: Einaudi
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Partii per l’Europa qualche giorno dopo. Volevo allenarmi e abituarmi alla terra battuta prima che iniziasse la stagione europea. La Img mi organizzò una breve permanenza presso l’Accademia Ferrero di Villena, in Spagna. Alloggiati nei bungalow c’erano anche un paio di altri professionisti che si allenavano su quei campi, incluso l’eroe del posto, Juan Carlos Ferrero. In quelle settimane, guardando Ferrero in allenamento e fuori dal campo, il suo modo di parlare, di porsi, il gesto di scostare il ciuffo dagli occhi, mi presi una folle cotta per lui.

Ferrero – oggi quarantenne e ritirato dalle competizioni – era magro, non troppo alto, con una massa disordinata di capelli schiariti e lo sguardo caldo e birichino. Giocava a tennis da quando era troppo piccolo per sapere se davvero lo desiderava, come tutti noi, ma aveva un atteggiamento distaccato, era calmo, imperturbabile. Nella stagione precedente, l’edizione 2003, aveva vinto al Roland Garros. La foto scattata dopo aver conquistato il punto decisivo mi era rimasta impressa: esprimeva soddisfazione, gioia e sollievo. Quando vinci, finalmente ti liberi di tutta la tensione e dello stress, vivi il momento invece di essere proiettato nel futuro in attesa del prossimo colpo da ribattere. Devo aver visto la foto su una copertina in edicola, o su un giornale buttato dietro il sedile di un aereo. Ferrero aveva appena vinto il match, la palla probabilmente rotolava ancora pigra fuori dall’inquadratura, verso l’avversario sconfitto, Martin Verkerk. Juan Carlos, in ginocchio, guarda verso il cielo come a ringraziare chiunque ci sia lassú a vegliare sui tornei del Grande Slam. Il suo modo di esultare mi colpí. Imito sempre i gesti delle persone che ammiro, non lo faccio apposta, mi viene spontaneo, forse è un modo per ringraziarle. Nel 2004 Ferrero aveva ventitre anni e io sedici, in molti Paesi una relazione tra noi sarebbe stata illegale, ma che dire? Al cuore non si comanda. Non lo perdevo mai di vista, lo osservavo andare e venire nascosta dietro le tende della finestra del mio bungalow. Il grosso problema era che Juan aveva una ragazza! Magari era la persona piú simpatica del mondo, ma come potevo non considerarla di ostacolo alla realizzazione del mio sogno? Quando li vedevo assieme a scambiarsi tenerezze tornavo bruscamente alla realtà: non c’è cosa piú stupida delle infatuazioni adolescenziali.

Jurij non ne sapeva nulla. Ovviamente quando ebbi occasione di parlare con Ferrero, fui educata, timida e goffa, ma lui doveva aver capito. In seguito scoprii che in realtà tutti all’accademia spagnola sapevano. Devo averlo seguito ovunque come un cagnolino. Apprezzai il suo contegno, fu gentile e serio con me, facendomi sentire adulta e importante, ma anche lasciandomi intendere che non c’era storia.

Quella primavera avevamo in calendario parecchi tornei minori, che miravano a farmi guadagnare sicurezza, tempismo e resistenza in previsione dell’Open di Francia. Una sorta di overture. Si arriva a Parigi in maggio, ossia nel periodo migliore dell’anno per godersi la città. Gli spazi del Roland Garros sono un sogno, il mitico stadio dall’atmosfera intima, il verde acceso dei banner che circondano il campo centrale in contrasto con la terra rossa, gli spalti affollati.



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